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Economie a confronto:
Industria 4.0
come siamo arrivati al 4° Capitolo?
Cos'è "l'industria 4.0"? Confrontiamo assieme le economie di 2 continenti

Sono alcuni anni ormai, che sopratutto in Europa si sente parlare di Industria 4.0.

Di che cosa si tratta?

Innanzitutto, facciamo un passo indietro e vediamo quali sono state le prime tre rivoluzioni industriali:

  • La 1.0 (ovvero la prima) tra il 1790 ed il 1830, si verifica dapprima in Gran Bretagna, per poi diffondersi nel Nord Europa dove, grazie all’invenzione della macchina a vapore, il settore tessile e metallurgico attraversano un profondo cambiamento. La nascita di nuovi macchinari agricoli e lo sviluppo tecnologico costringono i contadini a spostarsi nelle città e ad andare a lavorare nelle fabbriche.
    Durante la prima rivoluzione industriale nasce così LA CLASSE OPERAIA.
  • La 2.0 avviene tra il 1870 ed il 1945, i paesi protagonisti sono la Germania e gli Stati Uniti.
    Inizia a cambiare il mercato, si parla più di attività internazionali, non vi è più un regime di libera concorrenza e solo gli imprenditori che riescono ad accedere ad ingenti capitali (banche) riescono ad “emergere”.
    L’industria cambia volto, grazie alla vera protagonista della seconda rivoluzione industriale:
    L’ELETTRICITÀ
    Nascono la lampadina, il grammofono, l’auto elettrica, il motore a scoppio …e tanti altri!
    Si può dire che nel mondo fisico e non ancora interconnesso, questo sia il periodo delle più importanti invenzioni!
  • La 3.0 avviene tra il 1970 ed il 2010, nascono i microprocessori, i primi personal computer, cambia in tutto il mondo il modo di lavorare all’interno degli uffici, si passa dalla vecchia macchina da scrivere all’utilizzo dei PC.
    La protagonista della terza rivoluzione industriale è l’INFORMATICA.

Ed ora siamo arrivati alla rivoluzione industriale 4.0!

Con Industria 4.0 si intende l’unione dell’esperienza, delle conoscenze e delle competenze con l’automazione e l’interconnessione delle produzioni.

Questo fa sì che ci possa essere un miglioramento delle condizioni di lavoro, della produttività e di conseguenza anche della qualità di vita.

L’avvento dell’Intelligenza artificiale, dell’IOT e i processi di digitalizzazione stanno cambiando il modo di fare impresa.
(NB. IOT = Internet Of Things, ossia come Internet entra negli oggetti di uso quotidiano)
Sicuramente ora non si parla più di intelligenza umana ma anche di intelligenza collegata ai dispositivi, ne sono un esempio la domotica, Siri, Alexa, Google Home, che sono già entrati velocemente nella nostra quotidianità.
(NB. Siri, Alexa, Google Home sono assistenti virtuali presenti nei dispositivi Apple, Amazon e Android)

Questa rivoluzione è ancora agli inizi e sicuramente è ancora presto per capire la durata e l’evoluzione che ci attende.

Come si approcciano gli USA a tale rivoluzione?

Gli Stati Uniti sono da sempre la “patria del capitalismo”:

sin dalla loro nascita hanno focalizzato la loro attenzione e hanno incentivato la creazione di nuovi Business.

Non è un caso che le società a responsabilità limitata si reputa che siano nate proprio nel momento delle grandi spedizioni esplorative nei mari, per fare in modo che gli imprenditori mettessero a rischio solo il capitale investito nelle loro imprese e non tutto il loro capitale personale.

Gli Stati Uniti d’America sono stati creati proprio da imprenditori che hanno messo a rischio i loro capitali per intraprendere viaggi per mare alla scoperta dei “nuovi Mondi” e delle nuove opportunità.

Tutto ciò è rimasto nella cultura diffusa americana, generando innanzitutto una libertà di poter creare nuovi business: la burocrazia necessaria è decisamente più snella e veloce rispetto alla maggior parte delle controparti europee e i vincoli imposti ai nuovi business sono spesso minori, senza entrare nel merito del “giusto” o “sbagliato”, si veda il caso di Uber e di come è stato bloccato in Italia, mentre si sta diffondendo con successo in tutto il resto del mondo.

Inoltre, sviluppare nuove idee è un’attività che apre tantissime porte: nel momento in cui si creano o si portano in USA nuovi servizi o prodotti che apportano valore si aprono davvero innumerevoli strade.

Ultimo, ma non meno importante, l’imprenditore è visto come colui che porta vantaggio alla società, è ben visto ed è “giusto” che possa arricchirsi e godere dei profitti del suo lavoro; cosa che non sempre accade in altri luoghi, dove colui che fa impresa, nella mentalità comune, “deve pagare” per poterla fare, “può fare impresa perchè può permetterselo”… non pensando che spesso si fa impresa perchè non si hanno le risorse e si vogliono creare tali risorse con l’impresa.

Nella prassi americana è scontato che un’azienda non paghi tasse (o paghi poche centinaia di dollari) finchè non raggiunge il punto di break-even (=copre le spese e va in attivo).
In Italia purtroppo diverse realtà chiudono proprio perchè il carico fiscale dei primi anni non permette loro di avere liquidità per coprire le spese operative e gli investimenti necessari per poter far crescere l’azienda.

In Usa è dato per scontato che le spese di startup (spese per la creazione societaria e sviluppo del business) siano dedotte dagli utili che si produrranno, ANCHE SE SONO STATE SOSTENUTE PRIMA DELL’APERTURA SOCIETARIA, ciò perchè sono spese (invetimenti) che sono servite per produrre tali utili…

Cosa accade se voi, con la vostra startup appena creata, provate a portare al commercialista le spese sostenute anni prima quando la realtà societaria non esisteva??

Una cosa molto importante da tenere a mente è che tali vantaggi possono essere sfruttati SOLO se si seguono alla lettera le regole imposte, ed è proprio per questo che è importante avere dei professionisti che sanno quello che stanno facendo.

Il consiglio è: restate sintonizzati su questo canale!

 

Per aspera ad astra!
Daniela

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